30 Dic Latte di asina
Il latte vaccino è l’alimento più frequentemente responsabile di allergie gastrointestinali. Peraltro, le allergie ad altri alimenti spesso si associano a quella verso le proteine del latte vaccino. L’incidenza dell’allergia al latte vaccino è, nei vari studi finora condotti, variabile, ma comunque intorno all’1-3% dei bambini (dai 10.000 ai 15.000 bambini affetti ogni anno in Italia).
La normale terapia è, fondamentalmente, dietetica e si basa sulla esclusione delle proteine del latte vaccino. Sono attualmente disponibili latti prodotti dalle industrie alimentari che si basano sulla idrolisi delle proteine del latte, rendendole meno antigeniche, ma il loro elevato costo e la scarsa palatabilità possono costituire un problema per le famiglie ed i bambini.
Una alternativa meno costosa è rappresentata dal latte di soia, verso il quale, però, si può sviluppare a sua volta allergia. Allergia alimentare si può sviluppare, inoltre, verso il latte di capra.
Il latte materno (raccolto e conservato in banche del latte) costituirebbe l’alternativa ideale, ma in Italia la sua disponibilità è molto limitata.
Ciò premesso, alcuni studi hanno chiaramente dimostrato che il latte d’asina, l’alimento di origine animale con le caratteristiche organolettiche più vicine al latte materno, può costituire il trattamento d’elezione in bambini con allergie alimentari nei primi mesi di vita, soggetti che spesso non rispondono ad altre terapie.
(tratto da: Allergia alle proteine del latte vaccino nell’età pediatrica. Possibile ruolo del latte d’asina, Prof. Francesco Chiarelli – Direttore Clinica Pediatrica, Università di Chieti)